A qualunque livello si abbia conoscenza del latino o della storia romana, sarà capitato di leggere i versi di Orazio (“Epistole”, 2, 1, 156-157) che cantavano la rivalsa culturale dell'Ellade su Roma, dopo che questa aveva esteso il proprio dominio ai regni derivati da Alessandro: “la Grecia conquistata ( Graecia capta ) conquistò il rude vincitore e introdusse le arti nell'agreste Lazio”. La seduzione esercitata dall'immaginario classico in Italia è il tema della mostra che si è aperta a Mantova: rispetto a quelle precedentemente organizzate in Palazzo Te dal Museo Civico e dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura, per la prima volta i monumenti sono stati collocati nella sale affrescate della prestigiosa sede dei Gonzaga, oltre che nelle adiacenti Fruttiere, dove peraltro l'architetto Andrea Mandara ha sperimentato una pavimentazione in ferro, da salvare a perenne commento della pietra e del legno delle funzionali strutture.
La vicenda si svolge in tre sezioni. La prima riguarda le opere giunte dalla madrepatria nelle fondazioni elleniche dell'Italia meridionale e della Sicilia, l'elaborato stesso delle potenti colonie e l'iniziale diffusione del messaggio presso popoli limitrofi: punici, italici ed etruschi. La seconda parte è dedicata a Roma, dove l'accoglienza di manufatti si moltiplica con le prede di guerra e il mercato antiquario, assommandosi al prodotto di artefici venuti personalmente nell'Urbe. La suggestione che i capolavori hanno lasciato negli scrittori latini ha |
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Torso di giovane (
koúros ), marmo di Paro, 520-510 a.C., ritrovato nel Seicento presso Osimo, detto Apollino Milani in seguito all'acquisto nel 1902 da parte di Luigi Adriano Milani per il Museo Archeologico Nazionale di Firenze
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tramandato l'interesse durante il medioevo e il Rinascimento, fino alla riscoperta e all'imitazione che è oggetto della terza fase dell'evento. L'attuale racconto figurato diventa occasione per indagare i motivi del millenario successo, provocando il visitatore con presenze che sembrano sortire dalle pagine dei manuali. |

Grifi che aggrediscono un cervo, gruppo in marmo, sostegno per una mensa, 325-300 a.C., da Ascoli Satriano, Tomba dei Marmi - Foggia, Museo Provinciale, già Malibu, Getty Museum
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La crisi che viviamo tra archeologia e storia dell’arte antica trova un equilibrio nella nuova giustificazione assunta da monumenti già famosi grazie alla letteratura critica (e che mai avremmo sognato di vedere fuori della rispettiva collezione) una volta accostati a qualche imprevisto pezzo di scavo o ai bronzi venuti dal mare. La renitenza di tanti studiosi ad aggiornare il metodo sta nel non avvertire la rivoluzionaria portata degli originali che continuiamo ad acquisire: passeggiando sotto i Giganti di Giulio Romano, s’incontrano l’Ulisse di Sperlonga e il Torso del Belvedere, l’erma del Doriforo di Napoli e la testa Nani dell’Atleta tipo Lussino, il ritratto di Esopo da Ercolano (Pseudo Seneca) e il volto del Sofista dalle |
acque di Porticello. Dall'effimero museo dei musei, gli specialisti siano i primi a trarre consiglio per approfondire nel paragone l'autenticità della bellezza ellenica: a tutti l'incanto di una ragionata contemplazione. |

Fanciulla con colomba, stele in marmo di Paro, produzione di Locri, circa 480 a.C., da Roma, Esquilino - Roma, Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori
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Statua di Afrodite Callipige (dalle belle natiche), copia romana in marmo da originale del primo ellenismo, con testa e altri restauri di Carlo Albacini, circa 1790, da Roma, Domus Aurea. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, già Roma, Palazzo Farnese |
Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, Direzione Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Museo Civico di Palazzo Te, La forza del bello, L’arte greca conquista l’Italia, 29 marzo – 6 luglio 2008, a cura di Salvatore Settis e Maria Luisa Catoni, responsabile del catalogo,
edizione Skira, Milano 2008
Informazioni: www.laforzadelbello.it
telefono 0376323266
Paolo Moreno, Dipartimento di Studi storico artistici archeologici e sulla conservazione, Università Roma Tre, Piazza della Repubblica 10, 00185 Roma
www.paolomoreno.com
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