La gloriosa fondazione greca di Massalía (latino Massilia, Marsiglia), che all'inizio della guerra civile aveva preso parte per Pompeo, fu assediata da Cesare nel 49 a. C., con energiche iniziative navali e terrestri dei suoi luogotenenti, non senza l'appoggio di Arelate (Arles, “ove Rodano stagna”, di dantesca memoria). Tre anni più tardi, quando venne concessa la cittadinanza romana agli abitanti dell'intera Provincia (Provenza), Arelate fu potenziata per volontà di Cesare da una colonia, la cui definizione urbana risulta perfezionata da Augusto nel 40. In questa storia s'inquadra l'attuale scoperta ad Arles di un ritratto marmoreo dal letto del fiume, che subito è apparso vicino all'immaginario del Dittatore. Poche sono le sculture anteriori all'uccisione di Cesare, le idi di marzo del 44, che corrispondono alle descrizioni letterarie e ai tipi pervenuti sulle monete: un ritratto da Tuscolo (nei colli Albani), oggi al Museo di Antichità di Torino, e la mirabile testa lavorata nello scisto verde (dura pietra di provenienza egizia), custodita ai Musei di Berlino. La maggior parte delle teste sono di etŕ imperiale: tra quelle che conservano un’impronta realistica c’č l’esemplare del tempo tra Tiberio e Claudio, recuperato recentemente sul fondo di una cisterna a Pantelleria; le altre sono in |
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Ritratto di Cesare, marmo greco, 46 a. C. circa, dalle acque del Rodano. Arles, Musée de l’Arles et de la Provence antiques.
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in generale idealizzate. Da ciň i dubbi e qualche presa di distanza (Paul Zanker) dalla seducente identificazione, che invece trova supporto in una circostanza non ancora sollecitata da Luc Luong, protagonista dell'evento di |

Dettaglio della statua ritratto di Cesarione, figlio di Cesare e Cleopatra, bronzo, 35 a. C. circa, dalla spiaggia di Ierápetra. Iráklion, Museo Archeologico.
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di archeologia subacquea.
Dal 2003 avevo segnalato quale originale e inquietante icona di Cesarione, figlio di Cesare e di Cleopatra, la statua ritratto di un giovinetto in bronzo rinvenuta sulla spiaggia di Ierápetra, ed esposta al Museo di Iráklion: opera che era stata opportunamente datata dai colleghi ellenici alla fine dell'ellenismo per la forma dei sandali, il panneggio e la naturalezza del volto.
Aggiungevo la constatazione che due copie della prima età imperiale trovate nell'Urbe, l'una a Budapest, Museo delle Belle Arti, l'altra al Museo Nazionale Romano, riproducevano il ragazzo col suo ammanto, ma scalzo, come usava per la promozione al rango eroico: si pensi all'Augusto postumo da Prima Porta (Musei Vaticani), tutto parato in armi e a piedi nudi, perché dedicato quale divo. La provenienza da Alessandria della nave naufragata sulla costa meridionale di Creta, e la sistematica coincidenza dei motivi fisionomici nel bronzo con l'iconografia già nota di Cesare, trovano oggi esaltazione nella letterale analogia fisica e psicologica che il ragazzo assume a paragone col personaggio di Arles: la tradizione faceva Cesarione “molto simile al |
padre nell'aspetto e nel portamento” (Svetonio, “Cesare”, 52), e la coerenza formale tra i due monumenti conforta la teoria che l'oggettività d'espressione nella Roma repubblicana sia in relazione al verismo degli ultimi Tolomei.
Dal Rodano al Nilo, si rintraccia nel vincolo familiare e stilistico la conclusione di una vicenda fatale. |

Statua ritratto di Cesarione, bronzo, 35 a. C. circa, dalla spiaggia di Ierápetra. Iráklion, Museo Archeologico.
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Statua ritratto di Cesarione, copia romana, marmo, I sec. d. C., da Roma, via Panisperna. Roma, Museo Nazionale Romano. |
Paolo Moreno, Dipartimento di Studi storico artistici archeologici e sulla conservazione, Universitŕ Roma Tre, Piazza della Repubblica 10, 00185 Roma
www.paolomoreno.com
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