Coppie di Amore e Psiche con i simboli delle Stagioni, dettaglio della fronte di un sarcofago di produzione urbana, marmo di Luni, 230-240. Roma, Palazzo dei Conservatori (Archivio Fotografico dei Musei Capitolini, Roma) |
Un sorprendente paragone scaturisce dalla contemporaneità di due mostre indipendenti e lontane, bensì accomunate dall'alta qualità dei pezzi e dall'impegno dei responsabili, eroico in tempi calamitosi per la cultura: Caravaggio (Roma, Scuderie del Quirinale, fino al 13 giugno) e Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento (Mantova, Palazzo Te, Palazzo Ducale e Museo Diocesano, fino al 27 giugno 2010). L' Amore vincitore , dipinto in Roma dal Merisi il 1602 per Vincenzo Giustiniani, viene considerato in catalogo da Bernd Wolfgang Lindemann una parafrasi dal San Bartolomeo di Michelangelo, dolente autoritratto del maestro nel Giudizio alla Sistina, al quale sarebbe stata ridonata nella tela “una condizione di giovinezza e vitalità”. Possiamo tuttavia constatare che la freschezza dell'adolescenza, insieme all'irritante posa del soggetto mitico, erano nel precedente patrimonio visivo del Caravaggio a Milano. Tra gli arazzi donati da Guglielmo Gonzaga a Carlo Borromeo, e dal cardinale assegnati al Duomo nel 1569, c'erano i Puttini con l'arme Gonzaga , dove il Cupido già stava a gambe divaricate, il braccio destro allargato e la testa piegata a sinistra. |

Puttini con l’arme Gonzaga, dettaglio, arazzo della bottega di Nicola Karcher, Italia, 1553-1562. Milano, Museo del Duomo (Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano) |
Va segnalato inoltre il modello antico nel sarcofago al Palazzo dei Conservatori con coppie di Amore e Psiche in attitudine analoga al nostro.
Un'altra riflessione sui manufatti riuniti a Mantova, scaturisce dalla Conversione di Saulo presente al Quirinale, tavola realizzata da Caravaggio per la cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (1600-1601), ma non collocata e sostituita nel 1605 dall'artista con la più nota tela del medesimo soggetto. Nelle pagine sulla prima Conversione, Francesco Buranelli richiama tra le fonti il “cartone” di Raffaello per gli arazzi con gli Atti degli Apostoli destinati alla Cappella Sistina (1514-1516): l’unico modello che fosse tornato a Roma il 1525 in proprietà Grimani; gli altri, a lungo utilizzati a Bruxelles per prestigiose repliche, sono ora a |

Amore vincitore, olio su tela del Caravag-
gio, 1602. Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie, Berlino. Copyright Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie. PreuBischer Kulturbesitz. Photo: Jorg P. Anders
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Londra. Oltre alla serie originaria consegnata a Leone X nei suoi ultimi anni (1516-1521), nove “panni” tratti dai disegni raffaelleschi erano stati acquistati da Ercole Gonzaga prima del 1557 in Mantova, dove rimangono nel Museo di Palazzo Ducale, valorizzati con la presente manifestazione. Il Merisi avrebbe dunque contemplato in Lombardia, prima che a Roma, gli elementi essenziali della scena: il protagonista supino col capo a sinistra dello spettatore; la corazza aderente che termina in basso col garbuglio dei pendenti di cuoio; il cavallo in scorcio di terga. Indicativa la comune elezione di rappresentare il Cristo mentre lascia il cielo sostenuto da angeliche braccia: l'apparizione non era esplicita nel racconto, trattandosi di una luce sfolgorante e di una voce ( Atti degli Apostoli , 9, 3-7), benché tra i fedeli si parli poi di “visione”, come nell'agiografia ufficiale.
Ancora una volta sono i sarcofagi che offrono il preludio classico al prodigio di Damasco: nel dramma d’Ippolito, precipitato dal carro per volontà di Posidone, appare il caduto supino sulla riva di Trezene coi cavalli incombenti e il dio dal fondo.
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Conversione di San Paolo, dettaglio, arazzo della bottega di Jan van Tieghem, Bruxelles, prima del 1557. Mantova, Museo di Palazzo Ducale (Toni Lodigiani, Mantova, concessione Soprintendenza per il Patrimonio artistico, Province di Mantova, Brescia, Cremona)
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Morte d’Ippolito, dettaglio del retro di un sarcofago attico col mito di Fedra e Ippolito, marmo del Pentelico, 230-250. Tarragona, Museo Arqueológico (Paolo Moreno, Roma)
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Conversione di Saulo , olio su tela del Caravaggio, 1600-1601. Collezione privata, Roma
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Caravaggio, a cura di Claudio Strinati, Milano 2010, Skira; P. Moreno, Medusa e altro antico, in Caravaggio, La Medusa, a cura di Lucia Pini, Silvana Editoriale, Milano 2004, p. 35-45.
Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento, Da Mantegna a Raffaello e Giulio Romano, a cura di Guy Delmarcel, Milano 2010, Guide Skira. In occasione della mostra, il Centro Internazionale d’arte e di cultura di Palazzo Te ha promosso la traduzione italiana aggiornata della fondamentale opera: Guy Delmarcel, Clifford M. Brown, Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento, contributi di Nello Forti Grazzini, Lucia Meoni, Stefano L’Occaso, Milano 2010, Skira.
www.paolomoreno.com
moreno.artantica@live.it
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