Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale - Anno VII - n.30 - Ottobre-dicembre 2011
IL PIACERE DELL'ANTICO  

CAPOLAVORI SVELATI

Cavallo libero
di Paolo Moreno




Nomi di persona derivati da animali – “Cavallo pazzo”, “Toro seduto” – rimandano nel nostro immaginario agli Indiani d'America, ma sono un più ampio retaggio dall'umanità primitiva avvertito anche nella cultura greca con Hiérax, “sparviero”, Leonídas, “della stirpe di Leone”, Chrýsippos, “cavallo d'oro”, Hippokrátes, “superiore con i cavalli” in gara e/o in battaglia, Hippólytos, “che libera il cavallo”. Il nome del più longevo bronzista ellenico, Lýsippos (circa 390-310 a. C.), suonava “cavallo libero”, stimolo alla conquista di un'autonomia espressiva che il fonditore di Sicione raggiunse infatti senza maestro. In quella città del Peloponneso, ricordava l'epiteto con cui si onorava Dioniso: Lýsios, da cui il latino Liber, Bacco “liberatore” del meglio dell'uomo.
Diversi scrittori a distanza di secoli ammirarono un bronzo della prima giovinezza di Lisippo, giunto a Roma e di lì a Costantinopoli: specificato quale “Puledro” (pôlos ) dal primo testimone, come dall'unica figurazione scultorea pervenuta, verrà detto “Cavallo senza briglie” ( achálinos híppos ) a


fig. 1
Bisanzio. Per primo ne parla Filippo, nativo di Tessalonica (Salonicco) in Macedonia, dove la fama del demiurgo vigeva nella memoria del suo committente Alessandro. Filippo era nell'Urbe al tempo dell'imperatore Claudio: altri due dei suoi epigrammi esaltano dal catalogo lisippeo le Imprese di Eracle e l'eroe privato delle armi, pur senza citare l'autore.
Nel nostro caso (“Antologia Greca”, 9, 777) i versi sono al fondamento dell'attribuzione come delle elaborazioni letterarie: “vedi come il Puledro inarca fiero il collo per l'arte che forgia il bronzo; con sguardo penetrante drizza il collo e prepara alla corsa i crini del capo disponibili al vento; credo che se un auriga imponesse alle mascelle le briglie e lo spronasse, il frutto del tuo lavoro, Lisippo, al di là di ogni speranza, sùbito si metterebbe a correre. Per la tua arte già respira ( empnéei )”. A Costantinopoli, il Puledro trova fortuna nella decorazione a rilievo di un impianto per scommesse, rinvenuto presso l'Ippodromo: la scultura è anteriore al 534 della nostra era, quando l'azzardo fu proibito da Giustiniano.



fig. 2


fig. 3



fig. 4


fig. 5


Da un blocco di marmo era ricavata una pista a tornanti per le bilie dei concorrenti, con fori che consentivano casuali abbreviazioni. Sui fianchi del complesso si succedono fregi di vita circense: in alto, con lo sfondo di una muratura a blocchi, l'isolamento statuario del Puledro. Si riconosce l'acerba età del modello per la grandezza della testa rispetto al corpo: con le orecchie tese, procede al passo sollevando la zampa anteriore destra, presso la tribuna imperiale. Un millennio dopo la citazione di Filippo, verrà fissato nel titolo di un poemetto di Psello (“Antologia Greca, Appendice”, 3, 267): “Per il Cavallo bronzeo, quello nell'Ippodromo, che tiene la zampa sollevata”. Il primo verso riprende il finale di Filippo a sottolineare il realismo della creatura: “respirante (émpnous ) questo bronzeo Cavallo che vedi, respirante davvero, e presto sbufferà dalle froge, e sollevando questa zampa anteriore ti colpirà con un calcio, se gli passi vicino. Si appresta a correre: férmati, non accostarti, piuttosto fuggi per non prenderti quel che si è detto”.
Due secoli più tardi, Niceta (“Statue di Costantinopoli”, 5), lamenta la fine del capolavoro a conclusione dell'elenco dei bronzi saccheggiati dai Crociati nel 1204: “il Cavallo senza briglie, che rizzava le orecchie e fremeva, avanzando maestoso e docile”.


fig. 6

didascalie delle immagini:

<1> Cavallo al passo, bronzo, quadriga trionfale dell'imperatore Adriano (117-138 d. C.). Da Costantinopoli, Ippodromo. Venezia, Museo della Basilica di San Marco (Prof. Vittorio Galliazzo, Treviso).

<2> Riproduzione del Puledro al passo, bronzo di Lisippo, rilievo, marmo di Proconneso (mar di Marmara), impianto per scommesse sulle corse dei carri, circa 520 d. C. Da Costantinopoli, Ippodromo. Berlino, Museum für Byzantinische Kunst (Paolo Moreno, Roma)

<3> Scene di vita circense e il Puledro di Lisippo presso la tribuna imperiale dell'Ippodromo di Costantinopoli. Berlino, Museum für Byzantinische Kunst (Paolo Moreno, Roma)

<4> Pista per scommesse sulle corse delle quadrighe, mediante bilie con i colori delle fazioni in gara. Berlino, Museum für Byzantinische Kunst (Paolo Moreno, Roma)

<5> Tempio di Era a Olimpia (fondato circa 676 a. C.): sul fianco meridionale (a sinistra nella foto) Pausania vide la statua di Troilo vincitore con le quadrighe di puledri nel 372 a. C., opera iniziale di Lisippo: la targa in bronzo è al Museo Epigrafico di Atene (Yánnis Yannélos, Athína)

<6> Dal monumento di Troilo in Olimpia, il Puledro di Lisippo fu portato a Roma, quindi nell'Ippodromo di Costantinopoli, presso il káthisma , “sedile” (in rosso nel disegno) collegato alle dimore imperiali (da W. Müller Wiener, Bildlexikon zur Topographie Istanbuls, Tübingen 1977)


www.paolomoreno.com
moreno.artantica@live.it

E' vietata la riproduzione anche parziale dell'articolo e delle immagini © Copyright