Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
 
Work in progress - Anno XVIII - n.77 - Ottobre - dicembre 2023
ARTE e TRADIZIONI POPOLARI 


Il “vaso di notte”, da millenni amico servizievole, carico di storia
di Gabiella Sbardella


Con origini millenarie, già presente nell’antico Egitto, il vaso da notte, chiamato anche pitale, cantarello, licet, vaso osceno, zio, comoda... è stato per secoli e secoli un amico fedele e utile, consuetudine e segno di civiltà se è vero, come è vero,  che nell’età barbarica subì un ostracismo da parte dei rozzi invasori che ne ignoravano l’uso. Non dunque oggetto volgare e prosaico, in quanto collegato ai bisogni corporei, ma elemento importante e duraturo della storia del costume.

L’uso del vaso da notte o comoditas, dall’età romana sopravvive per tutto il Medioevo, rivestendosi d’importanza nell’età rinascimentale e adeguandosi ai modi di vita sempre più raffinati delle corti e della borghesia. Attorno all’anno Mille nacquero anche i “loci comodi”, stanzini presenti dapprima nei conventi, costituiti da pozzi circolari, rudimentali gabinetti divisi da paratie di legno per salvaguardare l’intimità dei monaci.


Una "commode" della metà dell' Ottocento (restaurata). Coll. priv.

Nelle abitazioni private il pitale veniva collocato abitualmente sotto il letto, potendo tuttavia occupare anche altre stanze, come sappiamo dalle cronache più tarde.
Creati in coccio, in peltro, rame, piombo o vetro, con lungo collo per gli uomini e bassi, a bocca larga per le donne, i vasi di notte hanno costituito un accessorio igienico di prima necessità, pur modificando nel tempo la loro forma, coniugandosi con le mode, con il prestigio e il rango sociale di chi li utilizzava. Divennnero fin dal '500 ora “mobile” celato agli occhi indiscreti, ora suppellettile preziosa con rilievi e dorature, “seggiola” di lusso, con ori e merletti, su cui svolgere ogni nobile attività, finanche udienze regali o dotte conversazioni, senza che venisse mai intaccato da dispregio o da preconcetto alcuno. Fin dal Rinascimento era frequente per le dame sedere assise sulla seggia culatoria durante le visite importanti; nello stesso tempo nasce il vaso portatile da viaggio e quello da guerra, finanche quello personale munito di chiave, come lo possedeva la regina Elisabetta I d’Inghilterra!

Marconi: Metamorfosi (collezione Moretti, Deruta),
copyright 1995
Ruglioni: Sodoma, maiolic gran fuoco, 1995 (coll. Moretti (copyright)


Nel Seicento le seggette si moltiplicano e assumono nuovi nomi; vengono fabbricati con diverse fogge, a poltroncina e perfino a dondolo: Luigi XIV sappiamo ne possedeva centinaia, confezionate in maniera superba e per ogni occasione. Purtroppo lo svuotamento dei vasi avveniva nelle strade, all’alba, creando odori nauseabondi e disagi di ogni genere per i cittadini, anche se vi erano alcune persone addette alle pulizie e quest’uso si prolungò fino a tutto il Settecento nelle città e nei paesi. Soppiantato nel ‘900 secolo dal water closet, è bruscamente scomparso da quasi 50 anni dalla nostra vita, divenendo oggetto da museo: al British Trasport Commions di Londra, infatti, esiste una mirabile collezione di vasi da notte, nota in tutto il mondo. Anche in Italia, tuttavia, l’Antica Deruta di Alviero Moretti possiede una fantasiosa e  beffarda collezione di vasi creati in ceramica da alcuni affermati artisti contemporanei.


Pitale del sec. XVI, in terracotta ingobbiata, graffita e invetriata. Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (copyright)
Commode europea 1831


L’arte del ‘900 ci ha abituato a considerare artistico qualsiasi oggetto  desunto dalla mera quotidianità, dalla ruota di bicicletta di Duchamp al barattolo di zuppa Campbell di Warhol, non escluso gli stessi prodotti della defecazione, come testimonia “Merda d’artista” di Piero Manzoni. Tuttavia una mostra del lontano maggio 1997, tenutasi presso la Galleria romana Athena Arte, visitata dalla redazione di AeF, ha aggiunto a questa consuetudine acquisita, ricolma di motivazioni concettuali e psichiche, una nota di scanzonata spregiudicatezza inventiva. Un gruppo di noti artisti, riuniti da un comune senso dell’ironia e da un’opportunità di sodalizio creativo presso i laboratori ceramici Deruta, ha rinnovato l’esperienza già attuata per la Galleria Moretti due anni prima, ovvero mettere in mostra “il vaso di notte”!




Sedia apribile di Madame de Pompadour, metà del 1700. Reggia di Versailles
Maurizio Cattelan, Water close , oro zecchino, 2016, opera rubata


Nell'antica fornace perugina 13 maestri: Abbozzo, Bachis, Bacosi, Borghese, Cremonese, Donzelli, Guerrini, Mancini, Mandrici, Manera, Mongelli, Piras e Romano hanno modellato vasi in maiolica, caratterizzati dalle tipiche morfologie da cui traspaiono ora il gusto del sogno, ora un risorgente feticismo, ora l'aspetto metaforico fino alla provocazione pił plateale. L'idea di ispirarsi a questo oggetto per giocare con la sua forma, il suo utilizzo, le simbologie psichiche ed erotiche acquisite con il tempo, ha spinto gli artisti a proiettare sul vaso da notte ricordi, significati traslati, giocositą infantili o dissacratrici, seguendo i suggerimenti della fantasia. Ne sono nati vasi diversissimi: poetici, che navigano in un mare azzurrissimo (Bachis), dal sapore mitico di antiche culture mediterranee (Guerrini), vasi beffardi (Borghese) o selvaggiamente provocatori (Romano), allusivi ed erotici (Manera), vasi come fiabesche fontane (Bacosi)...Da vaso di notte, dunque, a vaso "scultura", ironica rivisitazione di un oggetto comune carico di storia e ormai desueto, cui far assumere un primario significato estetico.
Mi corre l'obbligo di citare, infine, una celebre opera, a tutti nota: il water di 103 chili d'oro di Maurizio Cattelan, da lui chiamato "America", rubato da una mostra a Woodstok in Inghilterra nel 2019 e ancora non ritrovato. Alla sua comparsa nel 2016 l'opera, oggetto realmente funzionante, aveva fatto molto discutere, tuttavia il suo significato era provocatorio, come tutte le creazioni di Cattalan: è il simbolo di un' eccessiva concentrazione della ricchezza in un mondo fondato sul potere finanziario dei pochi contro la povertà dei più.


Vaso da notte per donna in ceramica (prima metà del 1600)




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