Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XVIII - n.77 - Ottobre - dicembre 2023
ARTinFORMA 


ROMA. Ai Musei Capitolini la "Deposizione di Cristo" del TINTORETTO

di Artemisia

 



E' giunta per la prima volta a Roma dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia ai Musei Capitolini la Deposizione di Cristo, spettacolare capolavoro del celebre pittore veneziano Jacopo Robusti (Venezia 1519 -1594), detto il Tintoretto, il pittore più geniale e anticonformista del Rinascimento veneziano, secondo per fama solo a Tiziano. La monumentale tela (cm 227 x 294), giunta a Roma il 7 settembre, rimarrà esposta fino al 3 dicembre 2023 nella Pinacoteca Capitolina, frutto di un importante accordo di collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina e le Gallerie dell'Accademia di Venezia, prestigioso museo cui è stato straordinariamente concesso in prestito il Battesimo di Cristo di Tiziano. La scelta di portare a Roma questo capolavoro da poco riscoperto dà l'opportunità di ammirare un'opera che appartiene alla maturità dell'artista più geniale della Serenissima, affiancandola ai dipinti del figlio Domenico, esposti nella Pinacoteca dei Musei Capitolini. "L' incontro romano di Tintoretto padre con Tintoretto figlio" rappresenta un fatto straordinario dal momento che in nessun museo pubblico della Capitale sono presenti opere di Jacopo, un artista che Giorgio Vasari non esitò a definire "Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura". Diventa qui possibile ammirarne la potenza e la modernità del linguaggio pittorico e apprezzarne l'evoluzione anche nelle opere del figlio Domenico che alla morte del padre ne ereditò la bottega e il futuro della sua pittura.



Jacopo Tintoretto, La Deposizione di Cristo 1562 ca., olio su tela di lino, cm 227 x 294, Venezia, Gallerie dell'Accademia


Nel percorso artistico di Tintoretto l'opera la Deposizione di Cristo si colloca all'apice della sua carriera, quando il Maestro ha ormai messo a punto lo stile, la tecnica e la pratica di esecuzione. La maggior parte degli studiosi concorda attualmente per una datazione intorno ai primi anni Sessanta del Cinquecento (1562). La grande tela fu presumibilmente eseguita per l'altare maggiore della chiesa gesuita di Santa Maria dell'Umiltà alle Zattere, soppressa nel 1806 e demolita nel 1821. Divenuta proprietà demaniale, l'opera fu successivamente assegnata all'Accademia di Venezia dove è rimasta sottostimata dalla critica fino al restauro condotto da Giulio Bono nel 2008-2009, che ne ha restituito tutta la qualità permettendone la riscoperta e l'ascesa tra i capolavori autografi del pittore. È stata quindi presentata per la prima volta nel 2009 come opera inedita alla mostra di Tiziano, Tintoretto, Veronese, dal titolo "Rivals in Renaissance Venice" al Museo di Fine Arts di Boston e al Museo del Louvre a Parigi. Il dipinto raffigura il momento in cui il corpo senza vita di Cristo è stato ormai rimosso dalla croce, come alludono la scala vuota sul fondo e il martello e le pinze in basso a destra. Giuseppe d'Arimatea sorregge Gesù da dietro mentre Maria, svenuta tra le braccia di una pia donna, forse Maria di Cleofa, lo accoglie sul suo grembo. La Maddalena, personaggio ispirato alle figure femminili di Paolo Veronese, chiude il gruppo dei personaggi allargando le braccia in un gesto di struggente disperazione.




Domenico Tintoretto, Battesimo di Cristo olio su tela, cm 186 x 118,5 Pinacoteca Capitolina

 



Domenico Tintoretto, Flagellazione (opera non esposta, in prestito) olio su tela, cm 186 x 118,5 Pinacoteca Capitolina

Già nelle prime opere Tintoretto, appena ventenne, aveva rivelato tutta la sua fervida immaginazione e una grande disinvoltura nel realizzare figure scorciate dal basso verso l'alto e in movimento, capacità appresa da una probabile conoscenza diretta degli affreschi di Giulio Romano nel Palazzo Te di Mantova. Capolavoro della sua attività artistica e opera che lo rese celebre in tutta Venezia aprendogli la strada verso una brillante e prolifica carriera, fu il Miracolo dello schiavo (1548), per il quale ricevette anche le lodi pubbliche di Pietro Aretino. Il manierismo tosco-romano ed emiliano importato a Venezia da artisti giunti nella Serenissima dopo il Sacco di Roma (1527), insieme all'arte scultorea di Michelangelo che circolava in città attraverso disegni, stampe, calchi e modelli, uniti al pittoricismo cromatico di Tiziano e successivamente di Veronese, segneranno lo stile di Jacopo che sarà caratterizzato da un'accentuata teatralità, da figure possenti e monumentali, da audaci scorci ed effetti di luci, anche da invenzioni bizzarre. Tra le molteplici opere del pittore ricordiamo le oltre 60 tele dipinte per la Scuola Grande di San Rocco (1564-1588), che ebbero enorme risonanza non solo nel nostro Paese.




Domenico Tintoretto, Incoronazione di spine olio su tela, cm 186 x 118,5 Pinacoteca Capitolina

 



Domenico Tintoretto, Maddalena penitente, olio su tela, cm 114,5 x 92 Pinacoteca Capitolina

La Deposizione di Cristo, nel percorso artistico di Tintoretto si colloca all'apice della sua carriera, come già accennato, quando il Pittore, a poco più di 40 anni ha ormai messo a punto lo stile, la tecnica e la pratica di esecuzione: la sensibilità compositiva già proto-barocca, il profondo pathos religioso e la costruzione dinamico-plastico-luministica delle figure sono le note dominanti. Tintoretto interpreta l'episodio della Deposizione dalla croce, non riportato dai Vangeli ma ricorrente nella letteratura mistica medievale, restringendo al massimo il numero dei personaggi: mancano, infatti, le tradizionali figure di Nicodemo e del san Giovanni evangelista e due delle Marie. Il pittore costruisce invece una composizione serrata in cui il gruppo di figure maschili e femminili, più grandi del naturale, si intreccia con pose e gesti su due linee parallele che si intersecano solo in basso nella 'croce' ideale formata dalla sovrapposizione dei corpi allungati di Cristo e di Maria. L'intensità drammatica della scena risulta evidente per i forti contrasti luministici, per le nere ombre, per i gesti concitati, per la forma scultorea dei corpi. Chiaro è il richiamo alla Pietà di Michelangelo, a ricordarci l'ammirazione costante del Maestro veneto per il grande Buonarroti, ma anche evidenti sono le suggestioni provenienti dalla Deposizione di Daniele da Volterra di Trinità dei Monti a Roma, dal lirismo del Parmigianino e naturalmente dai pittori veneziani contemporanei, in particolare da Pordenone e Tiziano.
Il progetto espositivo "La Deposizione di Cristo" di Jacopo Tintoretto. Incontro romano di Tintoretto padre con Tintoretto figlio", è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è curato da Federica Papi e Claudio Parisi Presicce. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura.



INFO
La "Deposizione di Cristo" di Jacopo Tintoretto
Musei Capitolini - Pinacoteca - Sala III (Sala dei veneti)
Piazza del Campidoglio, 1 Ingresso gratuito con la Mic card
Orari tutti i giorni 9.30 - 19.30 (la biglietteria chiude un'ora prima).
Tel. 060608




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